Ero giunto a Piazza Brembana e a Lenna, due Comuni
in un’unica parrocchia, S. Martino, nel novembre 1965, ero un giovane curato,
avevo 24 anni. Mi trovai subito bene con i giovani della parrocchia;
confermavano ciò che già sapevo dei giovani di montagna: scarpe
grosse, ma cervello fino. Nella primavera del 1966 decidemmo insieme di dare
vita ad un giornaletto giovanile, dal titolo
Il Vento,
battuto a macchina sulle matrici che poi venivano ciclostilate. Un lavoro di
gruppo: battere gli articoli sulle matrici, fare i disegni, ciclostilare il
tutto, impaginare le varie copie, rilegarle con un nastro e poi la
distribuzione e la vendita: 100 lire. Un lavoraccio! Era però
divertente, bello, come scriveva Mariangela sul n. 13: "Lavorare per fare
uscire
Il Vento è bello, sì bello
perché ci dà l’opportunità di trovarci occupati ed uniti
nello svolgere qualcosa che ci sta veramente a cuore. Uniti perché su
Il Vento non scriviamo solo ciò che ci
salta in mente, ma trattiamo o rendiamo di dominio pubblico quegli argomenti
che più di una volta abbiamo insieme discusso. Ho fatto tutto questo
discorso per sottolineare l’esigenza che ad un certo momento un giovane sente
di comunicare con gli altri suoi coetanei. Siamo ragazze di paese dove il
divertimento è assai limitato, è importante avere qualcuno con
cui scambiare le proprie idee, con cui passare qualche serata a parlare di
argomenti che sono anche non sempre impegnativi".
Così su
Il Vento
scrivevamo di tutto: articoli impegnati sui problemi dei giovani, racconti
fantastici, poesie, avvenimenti di Lenna e di Piazza Brembana e dei rispettivi
Consigli Comunali, presentazione dei Cineforum organizzati nel Cinema
parrocchiale, recensioni di film, problemi internazionali di quegli anni, la
guerra nel Vietnam, la presentazione del prete guerrigliero colombiano Camilo
Torres, ucciso dall’esercito governativo il 15 febbraio 1966, la figura di
Martin Luther King, discussioni sul problema della violenza, molto sentito in
quegli anni, critica alla società capitalistica e consumistica,
articoli sulla contestazione in atto. Scrivevamo della nostra raccolta di
carta, stracci e metalli, il cui ricavato veniva mandato a don Berto, ex
curato di Piazza Brembana e allora missionario in Bolivia, dei rapporti di
giovani studenti, ragazzi e ragazze, con i loro coetanei lavoratori,
discutevamo sull’occupazione operaia della "Marmi Cadei" di Camerata
Cornello, di ciò che succedeva a Milano nel 1968, degli aspetti
positivi e negativi della tecnologia di allora, che è un problema
attualissimo anche oggi (telefonini, inquinamento, mari di plastica,
cambiamento del clima, ecc.) e della musica nuova di quegli anni, i Beatles,
gli Stones, Bob Dylan, Joan Baez.
Articoli erano anche sulla Chiesa di allora, dopo
il Concilio Vaticano II: scrivevamo sui problemi del potere e
dell’autorità nella Chiesa, sul ruolo dei laici, dei Consigli
pastorali, sul Convegno internazionale della Chiesa a Medellín in
Colombia, agosto-settembre 1969, sulla Teologia della liberazione. Scrivevamo
anche sul "Catechismo olandese", allora proibito in Italia:
esprimeva il messaggio del Vangelo in maniera più adeguata alla
mentalità moderna; parlavamo anche dell’Isolotto, una comunità
cristiana fiorentina che si poneva in contrasto con la gerarchia
ecclesiastica, ecc. ecc. Noi scrivevamo e scrivevamo...
Gli anni passavano, finché un parroco
illuminato di S. Martino, don Raffaele, nei primi anni 2000 ebbe la bella idea
di raccogliere i numeri de
Il Vento, rilegarli in
due volumi e di conservarli nell’Archivio parrocchiale.
Quando nel 2019 l’Archivio Storico di Bergamo
pubblicò un libro dal titolo: "Attorno al Sessantotto. Alle radici
del movimento di protesta degli anni sessanta a Bergamo" e nel bel saggio
della storica Barbara Curtarelli "Le riviste della controinformazione a
Bergamo" si parlava anche de
Il Vento,
comprendemmo che qualcosa di buono avevamo fatto anche noi. La Curtarelli ci
aprì gli occhi: anche noi avevamo vissuto a Lenna e a Piazza Brembana
il nostro Sessantotto.
Ora
Il Vento è
su Internet, per far conoscere uno spaccato della vita giovanile a Lenna e a
Piazza Brembana negli anni 1966-1971, che potrebbe interessare anche ai figli
e ai nipoti di quei giovani di allora, oggi padri e madri ma anche nonni e
nonne. Tutto qui.